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Il pudore dei cornuti

Non ho mai capito perché i cornuti si vergognino ad ammettere di essere stati traditi.

Cioè, non siete voi a dovervi vergognare. Non siamo noi.

Ho sempre pensato che avrei reagito a delle eventuali corna con filosofia, che avrei detto “e vabbè, sono cose che capitano”. Cose che capitano, certo.

Ci si può innamorare di un altro o di un’altra. Succede, e non sono così romantica da pensare che a me non sarebbe mai accaduto. Che i miei amori sarebbero stati più speciali di altri, più sicuri, più protetti.

Tutto molto lucido e maturo… finché non mi ci sono trovata dentro.

La prima volta che ho scoperto di avere le corna, ti ho perdonato. Mi hai tradita con una tizia di 56 anni, e qualcosa nelle tue parole mi ha fatto pensare che si fosse trattato di un incidente di percorso, e addirittura che fosse colpa mia. Così le ho perdonate. E ho provato ad andare avanti.

La seconda volta che ho scoperto le corna ero a casa nostra, e una ragazza che ci conosceva mi ha scritto per dirmi che ti aveva visto in giro con una bionda. In atteggiamenti affettuosi. Si trattava della tua amica, quella bella che fa l’attrice. Mi hai detto che volevi solo andare in giro con una così fica (perché io non lo ero, ovvio) e che non mi stavi tradendo, che mi avevi detto una bugia per colpa mia, che ero pazza e dovevo smetterla di controllarti. Io sapevo che mentivi, ma non ce l’ho fatta. Non ce l’ho fatta perché sentivo che, se tu avevi la necessità di andare in giro con una più bella di me, in fondo era colpa mia e del mio non essere abbastanza bella per te.

La terza volta non me la ricordo, ricordo solo che per caso ho letto un messaggio ricevuto da lei, parlavate di fare un giro intorno al mondo, e magari lo farete davvero, visto che ormai vi frequentate.

Pensavo che fosse colpa mia. E lo penso ancora. Lo penso perfino adesso che fate l’amore a casa nostra.

Lo penso perché mi hai fatto credere che ho sbagliato io a sgamarti, non tu a tradirmi.

Lo penso perché sono talmente spaccata dentro da sentirmi così inadeguata, così sbagliata.

Lo penso perché non so fare altro.

E me ne vergogno. Mi vergogno delle volte in cui ti ho perdonato. Mi vergogno delle volte in cui mi hai tradito.

Come se fossi l’unico a non avere colpe.

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