Vorrei svegliarmi un giorno e non dover fare più i conti con questo senso di inadeguatezza che mi si è appiccicato addosso come una seconda pelle.
Vorrei essere più sicura di non sbagliare e avere meno paura dei sentimenti, delle persone, e dei sentimenti delle persone.
Vorrei guardarmi allo specchio senza vergognarmi e senza girarmi dall’altra parte.
Vorrei avere meno bisogno di controllo, di amore, di apprezzamento, di assenza di giudizio da parte di chi amo.
Vorrei che le cose belle non finissero mai e nemmeno i libri che mi piacciono.
Vorrei avere un aspetto da donna per risultare socialmente presentabile.
Vorrei essere più furba. E più capace di capire quando uno vuole fregarmi.
Ma significherebbe dover abbandonare tutta questa ingenuità e tutto questo disagio che, mi piace pensare, siano anche la matrice del mio modo genuino di scrivere.
(È solo una giustificazione per rendere più sopportabile questa armoniosa sensazione di tristezza)
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