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La scelta più difficile (e giusta) che puoi fare

Poco fa parlavo con mia sorella. Ha diciotto anni e una lucidità che, ogni volta, mi sorprende. È quella lucidità pulita e trasparente che viene fuori quando una persona ti conosce bene e ti osserva senza filtri, senza giudizi, ma con la freschezza di chi vede semplicemente te e ciò che ti muove.

Le raccontavo di quanto, certe volte, è difficile restare fedeli a se stessi.
A quanto sia tentante adattarsi, rinunciare, negoziare sulla cosa che più profondamente desideri, in cambio di un briciolo di serenità apparente.

E lei, con la semplicità disarmante della sua età, mi ha detto:

«Hai fatto bene. Sei stata integra, coerente con la tua ricerca della stabilità che rincorri da sempre. E sì, fa male ogni volta pensare di aver trovato qualcosa che poi, puntualmente, si rivela diverso da ciò che speravi. Ma hai fatto bene. Perché non hai rinunciato.»

E in quel momento ho capito una cosa che forse avevo perso di vista:

La fedeltà a se stessi non sempre ti protegge dal dolore, anzi, spesso te lo porta proprio davanti. Però ti salva da qualcosa di molto peggiore: il rimpianto, la sensazione opprimente di aver tradito te stessa.

Quindi sì, ogni tanto inseguire ciò che credi sia la tua strada ti farà prendere porte in faccia, cadere, dubitare persino delle tue scelte più profonde.

Ma quello che ti resta dopo ogni caduta è molto più prezioso di qualunque sicurezza esterna che tu possa perdere per strada:
è il rispetto per ciò che sei e la libertà di poterti guardare allo specchio sapendo di non esserti mai abbandonata.

Perché alla fine, la stabilità che cerco da sempre non è solo una casa, un lavoro o una relazione: è soprattutto quel sentimento chiaro e limpido che si prova quando resti fedele a ciò che sei, anche quando farlo costa carissimo.

E io non smetterò mai di scegliere questa fedeltà.

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