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Idealizzar(vi) tutti

Mio padre ho dovuto idealizzarlo per forza: se ne è andato prima che avessi il tempo di odiarlo per quello che mi aveva fatto.

E allora l’ho idealizzato, eccome se l’ho idealizzato: gli ho attribuito arbitrariamente qualità straordinarie, ho detto in giro che era innamorato pazzo di sua figlia (me), e che era una gran brava persona.

Non era vero. Nessuna di queste cose lo era. Ma mi piaceva pensarlo perché odiavo essere arrabbiata con papà.

Volevo fosse perfetto. Volevo disperatamente che lo fosse. Così disperatamente che ho creato una sorta di realtà alternativa in cui lui era effettivamente perfetto, e buono, e forte.

E ho fatto la stessa cosa per tante, troppe persone.

Uomini e donne fallibili che ho dipinto (nella mia mente) come esseri perfetti. Dei semidei, mi vien quasi da dire.

Ma voi non siete morti.

Siete qui e mi mostrate ogni giorno la vostra fallibilità.

Devo solo accettarla.

Solo così potrò accettare di essere io stessa fallibile.

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