Quando campi scrivendo, soprattutto se scrivi per altri, devi abituarti al fatto che tutte le parole che hai scritto non saranno mai attribuite a te.
Oggi però un tizio, per il quale non nutro nemmeno un briciolo di stima, mi ha detto di aver letto un libro illuminante che gli ha cambiato la vita. E io non ho potuto dirgli che quel libro lo avevo scritto io.
Il mio ego avrebbe voluto così tanto urlarglielo.
È che quella cazzata sul fatto che un ghostwriter si limita a mettere per iscritto il pensiero di chi lo ha “assoldato” è, appunto, una cazzata. In quel libro c’erano pensieri miei, altroché. Forse addirittura qualche aneddoto personale.
Dio, che fastidio.
Non riesco a lasciar andare, a condividere, una roba per la quale mi hanno pure pagata… figuriamoci se riesco a lasciar andare le persone con cui ho un legame emotivo.
E comunque non sono gelosa. Solo… sono felice che le mie parole ti siano state d’ispirazione. Cioè le sue parole. Cioè le nostre dai.
Dio, quanto ego.
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