30 anni su questo pianeta sono… abbastanza
abbastanza da sapere che l’amore è soltanto un modo come un altro di ingannare la morte
abbastanza da voler fare sesso con le luci accese, senza pensare più alla cellulite, alle smagliature, alla pelle rovinata dai segni della troppa vita
abbastanza da essere in grado di accogliere la paura, senza ignorarla, sapendo che qualche volta le preoccupazioni hanno senso d’esistere e che no, non sei solo un po’ paranoica
Quand’ero piccola, sognavo che a 30 anni avrei:
. vissuto a Roma
– lavorato nel mondo dell’editoria
– campato scrivendo
Faccio tutte queste cose oggi, anche se ci sono arrivata in un modo un po’ diverso da quello che mi aspettavo. Con un bagaglio di traumi decisamente più pesante di quanto avrei voluto, ma anche necessario (forse).
A 30 anni ho scoperto di avere molti più timori che a 20, ma anche un mucchio di coraggio e di forza in più per affrontarli.
Mi piacciono pochissime persone e ne amo pure meno. Non tutte le persone che amo mi piacciono. Anzi, alcune le amo nonostante non mi piacciano affatto.
L’amore è una di quelle cose che continuo a non capire, in cui (purtroppo) continuo a non credere, anche se giuro che ci provo. In un modo forse un po’ più cinico e disilluso rispetto a qualche anno fa.
Se potessi cambiare una singola cosa di questi 60 lustri appena trascorsi, sarebbe certamente il fatto di aver reso importanti persone che in realtà non lo erano poi così tanto.
A dirla tutta alcuni erano piuttosto insignificanti, ma si sa, quelli che scrivono devono saper idealizzare. È una sorta di skill indispensabile per quelli come noi. Per quelle come me.
A 30 anni mi amo un po’ più che a 20, nonostante mi veda infinitamente più imperfetta. Si può dire che mi sono innamorata delle mie tante troppe imperfezioni.
Posso dire che a 30 anni ho imparato a portare
con dignità
il peso
dei miei eccessi
l’eccessiva sensibilità
l’eccessiva emotività
l’eccessiva capacità di pensiero
Non con grazia (non ancora)
ma con una certa dignità
quella sì.
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