
“Potresti essere un po’ più dolce?”
“Un po’ meno polemica? Più alta? Più magra? E con un rossetto migliore?”
“E poi editali meglio quegli articoli, che così non vanno bene. Che così non vai bene.”
Così, a furia di sentirti ripetere (e di ripeterti) queste cose, non puoi non pensare che siano vere. Allora ti convinci che effettivamente non vai bene, hanno ragione a dirti che non vai bene. Che sei troppo, o troppo poco. Hanno ragione a dirti che non funzionerai mai.
Roberta Parente non funzionerà mai.
Con tutta quella emotività e quel bisogno di approvazione così inadeguato al mondo degli adulti. Così fastidioso, intollerabile, pesante.
E poi sei donna ,e cosa vuoi che ne sappia una donna? Cosa vuoi che ne capisca una donna di questo mondo?
Non ci scommetterei nemmeno io su Roberta Parente.
Così incoerente nella sua folle ricerca di coerenza. Così spaventosamente camaleontica. Dovrebbe essere un pregio, le persone dovrebbero pensare “è una che si adatta alle situazioni”, invece la continua ricerca della perfezione gli fa solo venire la nausea.
Forse, se tu provassi a fare pace con te stessa, con quei lati di te che rovinano la tua immagine così perfetta, allora non avresti più questo bisogno di approvazione. Non avresti più bisogno di loro. Potresti costruirti una tua identità che non ha a che fare con le aspettative altrui.
Un’identità che, per quanto fragile, imperfetta e piena di sbavature, è comunque tua. E soltanto tua.
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