
io scrivo per mettere ordine nei pensieri
per placare le emozioni
così quando scrivo
l’odio diventa meno feroce
l’amore meno vorace
tutto diventa un po’ più nitido
come quando al mattino indossi gli occhiali
e le cose che hai attorno assumono un senso
io non credo davvero
che scrivere sia “terapeutico”
o almeno, di certo non lo è nell’immediato
per calmare quel tipo di dolore forse è meglio un bicchiere di vino
ma nel lungo periodo
scrivere
ti fa guardare indietro con un po’ più di indulgenza verso te stessa
e tutte quelle cose brutte che ti dici
quando pensi di aver sbagliato
diventano improvvisamente meno potenti
perché mettere le parole su carta
è come dare una forma ai mostri
e i mostri con una forma definita
fanno meno paura di quelli che si aggirano liberi nella testa
senza nome
senza confini
scrivere non cancella il dolore
non lo elimina
semplicemente lo sposta di qualche centimetro
giusto quel tanto che basta per guardarlo
senza essere accecati
quando rileggi quello che hai scritto mesi fa
o anni fa
succede una cosa strana
vedi la persona che eri
con tutti i suoi errori e le sue paure
e improvvisamente riesci a guardare con un po’ più di gentilezza
quelle cose orribili che ti dicevi
che eri stupida
inadeguata
che avevi sbagliato tutto
perdono potere
non è che diventano false
è che diventano solo una delle storie possibili
non più l’unica verità
la scrittura ti regala questo
la possibilità di essere testimone della tua vita
invece che solo protagonista
e da fuori
da quella distanza che solo le parole sanno creare
ti rendi conto che forse non eri così terribile come pensavi
scrivere non è terapia
è testimonianza
è la possibilità di dire “io c’ero”
“ho sentito tutto questo”
“e sono rimasta una brava persona
forse perfino migliorata”
è il modo in cui do un senso al caos
è il modo in cui mi ritrovo
quando mi perdo
è il modo in cui torno a casa
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