L’indecisione è il posto più pericoloso dove puoi trovarti, anche se all’inizio sembra il più sicuro.
È quella sensazione di essere sospesi tra due possibilità, convincendosi che aspettare sia saggezza. Che non muoversi significhi non sbagliare. Che rimanere nel “forse” sia meglio che rischiare un “no” definitivo.
Ma l’indecisione non ti protegge da niente. Ti lascia solo più vulnerabile, perché mentre tu aspetti che le cose si chiariscano da sole, il mondo continua a girare e le decisioni vengono prese comunque. solo che non sei tu a prenderle.
È come stare in equilibrio su una corda: pensi di essere al sicuro perché non stai cadendo, ma in realtà stai solo rimandando il momento in cui dovrai scendere da una parte o dall’altra. E più tempo passi lì sopra, più ti stanchi, più tremi, più diventa difficile mantenere l’equilibrio.
Nel frattempo, gli altri si muovono. Fanno scelte, sbagliano, si correggono, vanno avanti. Tu resti ferma, credendo di essere prudente, ma in realtà stai solo sprecando energia per rimanere immobile.
L’indecisione ti convince che stai guadagnando tempo, ma ti sta solo rubando la vita. Ti fa credere che stai evitando il dolore, ma ti sta solo facendo vivere un’agonia più lunga e più subdola.
Alla fine, quando il castello di sabbia crolla (e crolla sempre) ti ritrovi con le mani vuote e la sensazione di aver perso tempo prezioso. Tempo che avresti potuto usare per costruire qualcosa di solido, anche se imperfetto.
Non esiste la scelta perfetta. Esiste solo il coraggio di scegliere, di assumersi la responsabilità delle conseguenze, di vivere davvero invece che aspettare che la vita ti succeda intorno.
L’indecisione non è mai stata una base solida. È solo sabbia che scivola via, e prima o poi ti ritrovi con i piedi nel vuoto.
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